Il ciclone sprofonda sui 980 hpa e scatena il “vento Isallobarico” sull’Italia

Lo sviluppo piuttosto rapido di un profondo, sui mari ad ovest della Sardegna, di un profondissimo ciclone extratropicale, sceso fino a 980 hpa (valore molto profondo per il Mediterraneo), ha prodotto, come previsto, un rapido tracollo della pressione barometrica fra la Sardegna, il Tirreno e l’Adriatico, all’origine delle forti burrasche e delle tempeste di scirocco che in queste ore stanno ancora spazzando il settore più orientale del medio-basso Tirreno, dalle coste campane a quelle della Calabria tirrenica, lo Stretto di Messina, l’alto Ionio, e anche l’intero bacino adriatico, dal Canale d’Otranto fino alle coste friulane. L’evoluzione di questa ciclogenesi mediterranea, sviluppatasi nel corso della mattinata per effetto “sottovento” alla stessa saccatura che l’ha generata, è stata piuttosto rapida. Una volta strutturatasi nella media troposfera, con dei massimi di vorticità positiva impressi dal passaggio di un “Jet Streak” (massimo di velocità del “getto”) del “getto polare”, questa ciclogenesi, nel corso della giornata, dopo essersi approfondita, si è spostata verso nord, risalendo il mar di Sardegna ed in seguito pure il mar di Corsica, con un minimo barico al suolo che si è velocemente approfondito, scendendo al di sotto dei 984 hpa, fino a raggiungere un valore prossimo ai 980 hpa durante il suo avvicinamento alla Costa Azzurra.

cicloneEntro la serata il ciclone, piuttosto profondo, raggiungerà la Provenza, per continuare la sua risalita verso nord, passando poco ad ovest delle Alpi occidentali. Durante la risalita verso nord, avvicinandosi alla Sardegna occidentale, il rapido calo della pressione barometrica avvenuto sul Tirreno ha attivato forti e umidi venti di scirocco che dalla Cirenaica si sono spinti velocemente alla volta del mar Libico e dello Ionio, per poi risalire sul bacino tirrenico, subito dopo aver scavalcato i rilievi della Calabria e della Sicilia settentrionale. Proprio in prossimità del Tirreno meridionale gli intensi venti da S-SE e SE si sono rafforzandosi sensibilmente fino allo status di burrasca forza 8-9 Beaufort, ma con locali rinforzi fino a forza 10 Beaufort da SE sul settore più orientale del medio-basso Tirreno, nel tratto antistante le coste della Campania, del Lazio e della bassa Toscana. Questa giovane ciclogenesi mediterranea, spostandosi verso il mar di Corsica, si è contrapposta a al promontorio anticiclonico di blocco, presente tra il Kazakistan e il sud della Russia, con massimi di 1030 hpa.

z500_0Le isobare strette e concentriche del profondo ciclone mediterraneo si sono addossate a quelle ellittiche del promontorio anticiclonico, presente fra Russia europea e Kazakistan. La presenza di questo solido promontorio anticiclonico ha contribuito a inspessire in modo sensibile il “gradiente barico orizzontale”, già di per sé significativo, sul bordo orientale della circolazione ciclonica, con un massimo di “gradiente” che si è andato a posizionare proprio sopra il bacino tirrenico, generando così un forte flusso da SE e S-SE che nel corso della giornata ha raggiunto l’intensità di burrasca forte su tutto il Tirreno, fino alle coste della bassa Toscana e all’isola d’Elba, con raffiche che nei punti meglio esposti hanno raggiunto e superato punte di oltre 100-110 km/h, e qualche picco più estremo ed isolato di 120 km/h. Al contempo l’avvezione di vorticità positiva in quota, indotta dalla risalita di un ramo secondario del “getto polare” dall’entroterra desertico algerino, ha approfondito ulteriormente la depressione, la quale è scesa sotto i 984 hpa, evolvendosi in una ciclogenesi esplosiva, capace di determinare un rapido tracollo della pressione barometrica su una vasta area, comprendete tutti i bacini che circondano l’Italia.

sciroccataQuesta sensibile diminuzione della pressione barometrica in poche ore ha innescato anche il “vento Isallobarico”, che solitamente si manifesta in aree ben più ampie, fra i 500 e i 1000 km, quando si succedono repentini abbassamenti della pressione barometrica (-15 hpa in 6 ore) seguiti da improvvisi rialzi della stessa. In questi casi il “vento Isallobarico”, sommandosi al vento di “gradiente”, può dare origine a brevi ma fortissime tempeste di vento che si localizzano nelle aree dove si posizionano i massimi del “gradiente barico”, lì dove il calo pressorio è più repentino. L’attivazione della componente “Isallobarica” fra lo Ionio e il Tirreno orientale ha agevolato l’attivazione di forti burrasche di scirocco, con rinforzi di tempesta in mare, che dal deserto della Cirenaica e del Golfo della Sirte si sono propagati in direzione del mar Libico dello Ionio e del medio-basso Tirreno orientale, acquistando ulteriore intensità nel tratto di mare davanti le coste della Campania e del Lazio, con una componente prevalentemente sud-orientale che dalla prima mattinata odierna ha spazzato un po’ tutte le coste tirreniche, dalla Calabria fino al litorale grossetano, dove sono subentrati venti forti che hanno toccato punte di oltre i 90-100 km/h, anche se localmente le raffiche hanno lambito i 100-120 km/h sui punti meglio esposti delle coste campane, laziali e toscane.

roma-ventoCome capita sovente in questi casi le raffiche più violente hanno spazzato le isole, come Ischia, Procida, Ponza, l’Elba e la piccola isola di Montecristo, che trovandosi in mare aperto, quasi davanti le coste della Corsica, viene colpita in pieno dalle bufere di vento da SE e S-SE che risalgono il Tirreno. Ma le bufere di vento da SE e S-SE non hanno risparmiato nemmeno l’area urbana della Capitale, dove le violente raffiche hanno sradicato decine di pini, alcuni anche secolari, che si sono schiantati sulle auto in sosta. Durante la fase clou raffiche di oltre i 90 km/h da SE sono state registrate dalle stazioni meteorologiche automatiche dell’aeroporto di Fiumicino, di Ciampino e nella stessa base aerea di Pratica di Mare. Solo dal tardo pomeriggio, con l’arrivo da ovest del fronte freddo, associato ad una intensa ed estesa “squall line” di tipo frontale, la potente sciroccata è stata scalzata dalle più fresche e meno intense correnti da S-SO e SO. L’intensa sciroccata, che dall’entroterra libico è risalita verso le nostre regioni centro-settentrionali, estendendosi su un ampio tratto di mare, che dalle coste della Sicilia si estendeva fino alla Corsica, ha alzato un imponente moto ondoso, con marosi che lì dove erano in azione le burrasche hanno raggiunto i 4.0-5.0 metri in mare aperto, ma con “Run-Up” capaci di superare i 6.0 metri sul Tirreno centrale, in mare aperto.

9985_72tnbwhIl “Fetch” (l’estensione dello spazio di mare su cui soffia il vento) piuttosto ampio, come capita sovente nei flussi sciroccali, ha determinato le condizioni ideali per la formazione di onde davvero alte che dopo aver risalito il Tirreno si sono velocemente dirette verso le esposte coste della bassa Toscana, del Lazio e della Campania. Ma le onde più significative, dopo aver risalito l’intero Tirreno, nel corso delle prossime ore si andranno a rompere con grande impeto sulle coste meridionali dell’isola d’Elba, del Giglio, Pianosa e di Montecristo, dove si attendono delle mareggiate veramente intense, con onde alte fino a più di 4,0-5,0 metri. Il soffio degli intensi venti da S-SE sullo Ionio, con un “Fetch” (spazio di mare su cui soffia il vento) piuttosto esteso, favorirà lo sviluppo di onde di “mare vivo”, alte fino a più di 3,0-4,0 metri, pronte a dirigersi verso le coste ioniche di Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia, dove sono attese mareggiate di debole e moderata intensità che rischiano di cagionare danni davvero ingenti nei tratti di costa soggetti all’erosione. L’intenso flusso sciroccale pronto a canalizzarsi lungo l’intero asse del bacino adriatico, solleverà un fastidioso moto ondoso anche sull’Adriatico, con lo sviluppo di ondate alte anche più di 3,0-4,0 metri sul medio-alto Adriatico, in mare aperto.

mare_2Queste ondate si muoveranno verso le coste della Dalmazia, originando su queste delle mareggiate. Ma onde rifratte da SE e E-SE risaliranno verso le coste di Romagna, Veneto e Friuli, attivando su queste delle mareggiate dal riminese fino alla costa veneziana, che potranno creare significativi fenomeni erosivi lungo i tratti maggiormente esposti alle onde da SE. Come vediamo il “Fetch” è un parametro fondamentale per valutare la potenza e l’intensità del moto ondoso che verrà innescato dalla formazione di una burrasca o una tempesta di vento in mare. L’altezza delle onde non dipende solo dall’intensità del vento, ma anche dall’estensione dello spazio di mare su cui esso agisce. Più questo sarà ampio maggiori saranno le probabilità di vedere un moto ondoso più consistente e impetuoso, capace di immagazzinare enormi quantità di energia.

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