Piogge torrenziali e inondazioni in Romagna, c’è di mezzo un “fiume atmosferico” proveniente dalla Guinea

Dopo aver colpito duramente il meridione, con la risalita verso nord della depressione afro-mediterranea e dell’associato intenso sistema frontale, il maltempo si è spostato al centro-nord, dove piove in maniera ininterrotta. Soprattutto fra il nord delle Marche e la Romagna, dove il fronte occluso, assieme alla ritornante umida da NE, in ingresso dall’alto Adriatico, e alle locali linee di confluenza vento al suolo, fra venti da E-NE e correnti da Nord e N-NE, stanno producendo piogge di carattere torrenziale. La somma del “forcing dinamico” e di quello “orografico”, indotto dall’Appennino Romagnolo, nei confronti dell’umido flusso da “gradiente” da NE, stanno contribuendo a far crescere gli accumuli pluviometrici in buona parte della Romagna.

Basti pensare che sui monti alle spalle di Forlì si registrano apporti di oltre 150-160 mm nelle 24 ore. Parliamo di ben 150-160 litri di acqua per metro quadrato, un quantitativo d’acqua davvero enorme, fuori scala per la climatologia di maggio, che peraltro sta cadendo su terreni già resi saturi dalle abbondanti precipitazioni cadute nelle scorse settimane. Piogge abbondanti, con accumuli già superiori ai 100 mm, si stanno registrando anche sull’Emilia orientale, soprattutto sulle aree appenniniche. Tutta quest’acqua sta gonfiando fiumi e torrenti, molti dei quali già oltre il livello di guardia. E ad aggravare ancora di più la situazione ci sta pensando pure l’Adriatico, al momento reso agitato dai forti di bora che vengono richiamati dal minimo depressionario, posizionato con un minimo barico sui 1000 hPa a ridosso della costa abruzzese.

Le onde sollevate dalla bora stanno contribuendo a bloccare il deflusso dei fiumi in piena, creando una sorta di “tappo” alla foce dei principali bacini idrografici che sta aggravando ancora di più la situazione lungo le aree costiere. Al momento le situazioni più difficili si riscontrano a Cesena, dove il fiume Savio è esondato, inondando la zona del Ponte Nuovo, via Cesare Battisti e del nuovo campus universitario. Il Comune ha invitato i cittadini ad allontanarsi dai piani terra e dagli scantinati. “Ci sono persone salite anche sui tetti vicino al Savio, le stanno recuperando con l’elicottero. Consentiteci di concentrarci su quest’emergenza. Poi chiederemo i danni“, ha detto il sindaco di Cesena Enzo Lattuca, facendo il punto sul maltempo e sull’esondazione del fiume anche in città. Nelle ultime ore, pero, con l’ulteriore intensificazione delle precipitazioni, nuove e gravi esondazioni hanno interessato il ravvenate, dove molti fiumi hanno rotto gli argini, allagando interi centri abitati. A Conselice c’è un’esondazione del Sillaro e si sta evacuando la zona.

A Faenza i fiumi Marzeno e Lamone hanno superato gli argini e l’acqua è entrata nel centro abitato. Il Comune chiede a tutti i cittadini di andare ai piani più alti possibile, se necessario anche sui tetti. Sono in corso i soccorsi dei Vigili del fuoco. In buona parte della città si registrano interruzioni di energia elettrica, il Comune ha rinnovato l’appello a salire ai piani alti. Con molta probabilità la fenomenologia sull’Emilia Romagna potrebbe essere stata ulteriormente esaltata dalla risalita di un “atmospheric river”, un vero e proprio “fiume atmosferico” che sta trasportando un ingentissimo quantitativo di umidità tropicale, direttamente proveniente dalle latitudini sub-equatoriali dell’Atlantico. In pratica la depressione che sta risalendo l’Italia è riuscita a risucchiare una massa d’aria molto mite e carica di umidità, proveniente niente meno che dalle latitudini sub-equatoriali africane, nell’area vicino la Guinea, sulle coste dell’Africa occidentale.

Il canale di umidità, dopo aver sorvolato la Sicilia e il Sud, ora sta risalendo l’Adriatico, fino a raggiungere le coste dell’alto Adriatico, dove l’enorme quantitativo di umidità, risucchiato dalla spirale depressionaria, sta esacerbando  le precipitazioni, fra Emilia orientale e Romagna, producendo piogge anche “eccezionali” per il periodo (basti pensare agli oltre 150 mm nel forlivese). Quando, per ragioni orografiche (presenza di rilievi), o dinamiche (dentro il warm conveyor belts di un ciclone extratropicale), i “fiumi atmosferici” vengono costretti ad ascendere verso l’alto, i “fiumi atmosferici” possono determinare precipitazioni anche di carattere alluvionale, come visto nell’alluvione lo scorso autunno ha colpito le Marche.

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