Mentre nell’emisfero boreale l’estate sta per entrare nella sua fase clou, nell’emisfero australe l’inverno comincia ad ingranare la marcia sfornando le prime ondate di freddo della stagione fra Cile meridionale e Argentina. Il progressivo raffreddamento del Plateau antartico sta favorendo una notevole intensificazione delle “westerlies”, gli impetuosi venti occidentali che scorrono ininterrottamente attorno i mari antartici, sotto la spinta dei profondi cicloni extratropicali australi, generando grandi tempeste oceaniche con onde che possono raggiungere i 13-14 metri. Segno che l’inverno australe sta per entrare nel vivo e con esso le prime avvezioni fredde, di origine antartica, stanno per raggiungere le terre emerse dell’emisfero sud. Analizzando la situazione sinottica sul continente sud-americano notiamo la presenza di un promontorio anticiclonico di blocco sul Pacifico meridionale, posizionato con massimi barici di oltre i 1020 hPa davanti le coste del Cile meridionale. Questa robusta impalcatura anticiclonica davanti la costa cilena convoglia, dal suo margine più orientale, masse d’aria molto fredde e umide che dai mari sub-antartici si dirigono verso il Cile meridionale, la Terra del Fuoco e la Patagonia.
Al contempo, poco più ad est, l’influenza di una profonda area depressionaria sull’Atlantico meridionale, con un minimo barico a largo della provincia argentina del Rio Negro, costringerà l’avvezione fredda, proveniente dai mari ad ovest della penisola Antartica, a risalire ulteriormente di latitudine, in direzione dell’Argentina centro-meridionale. Fra la giornata di oggi e quella di domani, l’approfondimento di questa circolazione depressionaria a carattere freddo, in azione nel tratto di oceano antistante le coste meridionali argentine, attiverà forti venti dai quadranti sud-occidentali (“pampero”) che verranno ulteriormente esacerbati dal “gradiente barico orizzontale” che si verrà a creare fra la profonda depressione sull’Atlantico meridionale e il promontorio anticiclonico posizionato sul Pacifico sud-orientale. Il sensibile inspessimento del “gradiente barico orizzontale” lungo il lato occidentale della profonda depressione extratropicale, che si allontanerà verso l’Atlantico meridionale, produrrà venti intensi da O-SO e SO, che sferzeranno la punta sud dell’America meridionale, investendo le coste meridionali argentine, fino al confine con l’Uruguay, con forti raffiche che nel Golfo di San Mattias potrebbero toccare o superare la soglia dei 90-100 km/h. Ma venti molto forti, stavolta dal quadrante nord-occidentale, nel corso della giornata di domani sferzeranno pure l’area del Rio della Plata, dove la ventilazione, a causa del rapido approfondimento del ciclone extratropicale in spostamento verso l’Atlantico meridionale, supererà la soglia d’attenzione.
Gli intensi venti da O-SO e SO, inoltre, aspireranno masse d’aria fredde, di lontane origini antartiche, che dal Pacifico meridionale si spingeranno verso il Cile meridionale, la Terra del Fuoco e la Patagonia. L’irrompere di questo intenso nucleo freddo, a seguito del passaggio dell’esteso fronte freddo associato alla depressione in allontanamento sull’Atlantico meridionale, darà origine anche a delle nevicate, fino a bassa quota, sulle Ande meridionali. Durante il passaggio del nucleo di aria molto fredda proveniente dai mari sub-antartici il temporaneo abbassamento della quota dello “zero termico” fino a livello del mare ha permesso alle precipitazioni di assumere prevalente carattere nevoso fino al piano. Rovesci di neve, a tratti anche intensi e accompagnati da forti e gelide raffiche da O-SO e SO, hanno imbiancato pure la città di Ushuaia, che detiene il primato come la città più australe della Terra. La neve ha imbiancato, fino alle basse quote, i rilievi della Terra del Fuoco. Ma nevicate intense sono attese anche sulle cittadine del Cile più meridionale.